Per noi quartesi le strade sono tristemente il regno incontrastato delle buche, a seguito dell’incuria amministrativa degli ultimi dieci anni. Le strade necessitano di un grande intervento di riqualificazione che riguardi sia l’asfalto della parte carrabile (segnaletica compresa), ma anche la risistemazione del sottosuolo, con la realizzazione di moderni impianti idrici e fognari e di corridoi accessibili per l’istallazione dei sistemi di rete. I marciapiedi e i percorsi pedonali, così come le piste ciclabili, devono essere uniformemente illuminati, come tutta la città, funzionali a una mobilità sempre più sostenibile e senza barriere architettoniche, per garantire una maggiore accessibilità.
Per anni abbiamo assistito al declino del centro storico e della vitalità cittadina: occorre un piano del Centro storico che, anche con percorsi pedonali come nella via Eligio Porcu, integri e valorizzi il patrimonio storico-architettonico campidanese, così come le strutture commerciali, le iniziative culturali e di socializzazione. Il nostro obiettivo è di far vivere la città ai quartesi e di ripopolare la vita nei quartieri.
Siamo consapevoli che realizzare una mobilità sostenibile costituisca la scommessa più difficile, ambiziosa e sfidante per la futura amministrazione di centrosinistra, che richiederà per la sua realizzazione l’intero periodo di governo del Comune. La nostra proposta è di suddividere, in base alle caratteristiche viarie e urbanistiche della città, il centro abitato in tre aree principali, orientativamente di uguale estensione fra loro, individuate sulla base del carico veicolare che possono sostenere, di cui una prevalentemente pedonale:
- Zona A. Questa comprende le strade di collegamento principali, rese sicure e in grado di garantire i collegamenti con la città metropolitana, dotate di corsie separate per bici, mezzi pubblici e di soccorso, con un limite di velocità urbano di 40 km orari ed extraurbano non superiore ai 70 km orari, con sistemi intelligenti di supporto alla guida pronti per la viabilità telematica del futuro. La viabilità principale non potrà prescindere da una Metropolitana di superficie e da un potenziamento del trasporto pubblico, rivedendo l’intero sistema con un collegamento pluricircolare che giri intorno all’intero abitato, un cerchio più centrale e uno che copra la fascia periferica, uniti da un sistema di raccordo che tocchi tutti i quadranti urbani dal centro alla periferia. I mezzi da utilizzare dovranno essere dimensionati alle esigenze, privilegiando i minibus dove possibile. Sarà essenziale il completamento di un circuito di circonvallazione e la circolazione a senso unico con doppia carreggiata in uscita e in entrata, dove possibile nei percorsi più trafficati (Viale Marconi – Lungo saline).
- Zona B. La seconda area dovrà comprendere un’area formata da una viabilità esclusivamente pedonale e ciclabile all’interno del centro storico, nelle vie attualmente troppo strette per la convivenza auto-pedoni. Tale area consentirà di dare respiro e vitalità a quelle vie dove attualmente i pedoni non possono circolare se non attaccati alle case, privi di marciapiedi; poiché si tratta di circa un terzo del centro urbano. Per consentire il trasporto merci occorre studiare un sistema di recapito veloce studiato in raccordo fra l’amministrazione comunale, i cittadini interessati e gli esercizi commerciali e uno sharing con mezzi da piccolo carico a propulsione possibilmente elettrica (da finanziare utilizzando soprattutto fondi Europei), da concentrare in due fasce orarie giornaliere per il trasbordo delle merci e della spesa alle abitazioni della zona pedonale. La scelta delle strade da ricomprendere nella zona B dovrà essere preceduta da un intenso dibattito con la popolazione che dovrà condividerla, come da approccio partecipativo, illustrando sia gli innumerevoli vantaggi che porta una città finalmente vivibile, sia le difficoltà per le quali si concorderanno i modi migliori di ovviarle. Senza il consenso dei cittadini, la nostra proposta dovrà essere rimodulata e ripensata.
- Zona C. Nella terza area, dove la larghezza delle strade lo consente (almeno 8 mt di larghezza della carreggiata) prevedere una zona a percorso misto pedonale, ciclabile e veicolare. Si propone orientativamente di strutturare le strade come segue: al centro una corsia a senso unico, delimitata da strisce continue per le auto, con limite di 30-40 km orari, telecamere e rilevatori di velocità, dossi prima o in corrispondenza delle strisce pedonali, colorate e illuminate; ai due lati i marciapiedi per i pedoni e al loro fianco le piste ciclabili, delimitate con segnaletica orizzontale e verticale anche agli incroci e nelle rotonde, e dove necessario anche con semafori e segnalatori luminosi.
Per rendere sostenibile tale assetto, che richiede un forte investimento infrastrutturale, da realizzare approfittando delle opportunità offerte dal Recovery fund, proponiamo quattro misure collaterali:
- per togliere le auto dalle strade, occorre realizzare almeno quattro autosilos pubblici ad alta capienza e super tecnologici, dotati dei principali servizi (lavaggio, manutenzione, ricarica elettrica) nei punti strategici della città, e almeno due parcheggi di scambio collegati funzionalmente con le strade principali, oltre a quelli privati che saranno incentivati e regolamentati;
- dov’è necessario il parcheggio stradale, questo dovrà essere a sosta breve, esclusivamente per carico e scarico, che sarà gratuita per i residenti e i disabili, per il resto a pagamento differenziato per residenti e non residenti, ma in modo da scoraggiare la sosta in strada a vantaggio della sosta negli autosilos o nei parcheggi di scambio. La città va dotata di una rete di piste ciclabili dedicate che renda possibile e conveniente spostarsi in bici in città e nel territorio circostante, in tutti i 95 Kmq del territorio quartese;
- rete di trasporto pubblico urbano con minibus ad alta frequenza, con aggiunta di mezzi a chiamata o su prenotazione per i soggetti deboli; aumento della frequenza dei collegamenti con Cagliari e hinterland;
- rete diffusa di punti di ricarica per le auto elettriche.
Il nostro ambiente costruito è noto come “non finito quartese”. Alla città di Quartu occorre un piano per la riqualificazione delle abitazioni, in particolare per facciate ed efficientamento energetico, per una maggiore sostenibilità ambientale e abitativa. Mediante incentivi e controlli stringenti, seguendo una precisa regolamentazione urbanistica, si perseguirà in modo progressivo il recupero funzionale delle abitazioni, con l’obiettivo di realizzare il miglioramento della qualità costruttiva, di aprire spazi di vita comune, con vie e piazze o nuovi spazi pubblici, aperti e sicuri, dove possibile senza traffico, arredati in modo da incoraggiare la vita sociale, animate con centri di ritrovo pubblici gestiti da cooperative sociali, o privati.
Una cura costante e quotidiana, anche nei giorni festivi, sarà dedicata alla pulizia della città, mediante la riorganizzazione dell’assessorato comunale ad indirizzo ambientale, con settori dedicati alla cura del verde, alla pulizia delle strade (che dovrà essere attiva non solo a inizio giornata ma anche a fine giornata, e costante nei luoghi di assembramento) e alle manutenzioni stradali, alla raccolta differenziata, alla depurazione delle acque e agli impianti tecnologici.
È nostro obiettivo valorizzare e proteggere il Genius Loci dell’intero tessuto urbano del centro storico, estendendo il vincolo anche ai lotti limitrofi, disincentivando la costruzione di case alte più di tre piani e l’accorpamento di lotti per costruire in altezza. Se vogliamo una città più sostenibile dobbiamo considerare che costruire in altezza significa aumentare la densità abitativa e la temperatura del luogo (condizionatori, traffico urbano, ecc.). Per favorire il ripopolamento del centro storico proponiamo un Fondo Comunale, aperto anche a donazioni di privati, per l’acquisto di immobili in Centro secondo i seguenti principi:
- se di pregio, dare in affitto ad Artigiani, Associazioni, Attività Innovative a prezzi calmierati;
- se da demolire, creare dei vuoti urbani attrezzati a verde ad uso dei quartieri;
- se palazzine non di pregio storico, ridurne la volumetria se fuori scala, e ricavarne alloggi per i residenti col fine di arginare l’emergenza abitativa, che da qui a 10 anni diventerà sempre più pressante.
Vogliamo una città ricca di piazze, giardini e spazi pubblici, anche di nuova realizzazione, con arredi moderni e giochi per bambini a disposizione dei cittadini e delle cittadine. È necessario mettere mano con estrema urgenza al Piano Urbanistico e a un efficiente Piano di Utilizzo dei Litorali. Dalla Piazza del Comune a Piazza IV Novembre da Piazza Santo Stefano a Piazza Santa Maria degli Angeli occorre realizzare spazi moderni, accessibili e funzionali che aumentino le aree verdi della città e possibilmente prevedano degli alberi ad alto fusto, molto utili dal punto di vista ambientale e di decoro urbano. La metropolitana di superficie e i bus devono collegare le varie zone del territorio di Quartu fra loro, dal centro urbano al litorale, ma anche con Cagliari, gli altri comuni, in primo luogo quelli limitrofi, e i servizi d’area universitari e sanitari. Per la nostra città occorrono nuove tratte circolari di bus, in particolare nel litorale. Un piano della sosta, con la realizzazione di parcheggi, anche di scambio per esempio in zona “Su Idanu”, che servano il centro storico e utilizzino le nuove tecnologie per comunicare le disponibilità a distanza, negli ingressi della città.
Il territorio extraurbano quartese vive le medesime problematiche ormai da quattro decenni, sempre più gravi a causa dell’aumento di popolazione e del consumo del suolo. Con riferimento a quest’ultimo aspetto, occorre ridurne l’attuale consumo e razionalizzare l’utilizzo di quello attualmente sfruttato. Data la mancanza di pianificazione e lo spontaneismo edilizio, molte zone soffrono di problemi di natura idrogeologica, mentre allagamenti da falda o da mancanza di scoli delle acque bianche sono ormai l’abitudine per troppi abitanti. Litorale e campagne sono privi di luoghi di aggregazione: manca un’offerta culturale (biblioteca, centri di aggregazione), e i residenti non sanno, ad esclusione del parco Andrea Parodi, dove incontrarsi gratuitamente. Eppure l’entroterra e il litorale sono una grande area eterogenea per valenze paesaggistiche e ambientali. Qui risiedono 20.000 abitanti, che aumentano sensibilmente nel periodo estivo. Uno dei nodi principali da sciogliere è quello dell’urbanistica, con una residenzialità che si divide in lottizzazioni, aree più o meno compatte attorno a Flumini, case sparse, abusive o sanate a seguito di condono. Un grande “arcipelago” privo spesso dei servizi essenziali. Serve programmare un investimento strutturale su vasta scala grazie alla programmazione UE, realizzabile dopo un grande monitoraggio delle zone ancora prive di acqua potabile, impianti fognari, reti viarie e illuminazione. Riteniamo necessario estendere i servizi primari da garantire a tutta la popolazione: bisogna intervenire a livello comunale, regionale e ministeriale per la risoluzione della questione dei Piani di risanamento urbanistico, ferita aperta che somma zone in cui sarebbe possibile, adattando il Piano paesaggistico regionale, rendere dignitosa la qualità della vita e ambientale. Nel litorale è necessario un grande investimento sulle infrastrutture, rendere fruibile il mercato di Viale dell’Autonomia Regionale, potenziare il palazzetto sportivo, completare i percorsi pedonali e ciclabili per ridurre l’utilizzo dell’automobile. La sicurezza del territorio presuppone anche una maggiore presenza della polizia locale e delle forze dell’ordine (caserma Carabinieri), un aumento di servizi di emergenza, con una guardia medica stabile.
La nostra città ha già dato tanto rispetto al consumo del suolo: vogliamo Piani Urbanistici basati sulla riqualificazione urbana dell’esistente che contemplino il recupero di spazi verdi attraverso la partecipazione popolare a progetti come gli orti cittadini o la piantumazione di quelle aree urbane in cui non è possibile costruire ma ai cui proprietari deve essere data un’opportunità di rendita attraverso progetti alternativi incentrati sulla green economy.
I campi e i terreni incolti devono essere puliti per evitare sia possibili incendi, che la diffusione di insetti e parassiti.
Le nostre coste e le nostre spiagge devono essere tutelate, con la pulizia degli arenili e dei corsi fluviali, salvaguardando la flora e la fauna.
Come previsto dall’Accordo di Programma Quadro (APQ) sottoscritto dalla Regione Autonoma della Sardegna con il Consorzio di gestione del Parco Regionale del Molentargius Saline, le saline e le potenzialità benefiche del sale devono essere valorizzate anche con il coinvolgimento di privati.
Un aumento della qualità della vita passa anche da avere una città più sicura, sia di giorno che di notte, anche con l’istallazione di sistemi di videosorveglianza e l’apertura di presidi di pubblica sicurezza.
Il complessivo riassetto urbanistico prevede interventi di rifacimento dei marciapiedi, anche in zone di recente urbanizzazione dove sono stati piantumati specie arboree che hanno divelto i camminamenti, la piantumazione di nuovi alberi consoni all’uso urbano, l’applicazione di dossi o attraversamenti pedonali rialzati per evitare un elevata velocità delle autovetture, soprattutto in prossimità di vie di collegamento tra arterie di scorrimento, da Viale Europa a Via Fiume, da Viale della Musica a Viale Colombo, da Viale Marconi a Via San Benedetto, da via Cagliari a via Giotto e via Siena.
Con la realizzazione delle rotonde nel Viale Europa si deve, finalmente, realizzare un anello tangenziale che permetta di scaricare il traffico interno che oggi gravita sugli assi viari principali.