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Test sierologici nei gazebo centrodestra. Piludu: «La politica è confronto non favori»

«La politica è incontro e confronto sulle idee e sui programmi non è favore o corsia preferenziale. Apprendo che un candidato offrirebbe test sierologici rapidi nei suoi spazi elettorali. La salute è un diritto di tutti e non di parte. Cercare consenso tramite la possibilità di effettuare un test di controllo significa speculare sulle paure delle persone» afferma Francesco Piludu, candidato sindaco della coalizione del centrosinistra progressista, ambientalista e identitaria, in merito allo screening test sierologico proposto dal centrodestra nella mattinata  di giovedì 22 ottobre.

«Il candidato del centrodestra dimostra di non fidarsi della sanità regionale di cui lui e la sua parte politica sono primi sostenitori. Si preoccupi di segnalare le mancanze della sanità sarda che vive il collasso di questa emergenza e dimostra la sua completa inadeguatezza. Lasciamo alle strutture mediche fare il proprio lavoro sostenendole e aiutandole nel modo più sereno possibile» conclude Piludu. 

In viaggio per Quartu, quinta tappa | Tour lungo le coste quartesi tra zone da riqualificare e disservizi

Un tour lungo tutta la costa quartese: dal Poetto fino a Geremas passando per San Luca e Margine Rosso, il compendio del Nuraghe Diana. Sono queste le zone visitate da Francesco Piludu candidato sindaco della coalizione del centrosinistra progressista, ambientalista e identitaria nella quinta tappa del tour “In viaggio per Quartu”.

Il candidato sindaco ha raccontato il viaggio, tappa dopo tappa, sui suoi canali social. Dopo la partenza nella parte quartese del Poetto, la sosta davanti al fortino di San Luca dove sorgerà una delle più grandi piazza della città con la messa in atto del “Piano della fortezza” che prevederà una riqualificazione completa di tutto il quartiere. «Sarà una terrazza su Quartu» ha affermato Piludu.

Il viaggio è proseguito nel Margine Rosso tra via Turbine, nel Margine Rosso, sulla riva del Rio Foxi dove sono evidenti le tracce di inquinamento, prima di passare davanti alla Torre di Foxi e accanto ai resti della Villa Romana «un patrimonio da promuovere anche in chiave turistica», poi nella zona de Su Stangioni, in via Tirso e nel Porto di Capitana. Il tour ha fatto tappa a Stella di Mare davanti ai locali destinati alla  caserma dei carabinieri: «Durante gli incontri dei giorni scorsi, i residenti del litorale ci hanno confermato un realtà che conoscevamo già da tempo: uno dei problemi più importanti della zona è quello della sicurezza. È importante che venga istituito in modo permanente un presidio di sicurezza per tutti gli abitanti e per tutti i residenti e turisti che vivono lungo i ventisei chilometri di costa»

Nuova tappa al Nuraghe Diana, un’area da riqualificare con spazi per i giovani, per le attività produttive: «Dobbiamo mettere a sistema il compendio Is Mortorius, Batteria Faldi e Nuraghe Diana per creare attività che creino sviluppo e lavoro. Occorre riqualificare la zona, anche grazie all’uso delle strutture militari, per fare nascere un luogo dove potersi incontrare e per sfruttare al meglio le sue potenzialità. Diamo la possibilità che strutture come queste diano occupazione e lavoro». Non sono mancate le tappe a Kal’e Moru, Cala Regina e Mari Pintau «tre spiagge da valorizzare come un biglietto da visita per la nostra città»

“In viaggio per Quartu”: tour in camper per Francesco Piludu

“In viaggio per Quartu” per incontrare i cittadini e condividere i progetti per il territorio. Parte mercoledì 14 ottobre alle ore 18.00 da Bellavista (Flumini di Quartu) il tour di Francesco Piludu candidato sindaco della coalizione del centrosinistra progressista, ambientalista e identitaria in vista delle elezioni comunali in programma domenica 25 e lunedì 26 ottobre.

A bordo di un camper, Piludu girerà la città per incontrare i cittadini  – nel pieno rispetto delle norme anti-Covid19 – per ascoltare le necessità delle zone e raccontare i punti del programma della coalizione e il progetto “Quartu rinnova sul serio”. La prima tappa arriverà a Bellavista, Foxi e Costa di Sopra.

«Da oggi inizia un viaggio quartiere per quartiere. Abbiamo deciso di visitare le zone della città durante tutta la campagna elettorale e lo faremo anche durante la nostra amministrazione. Non saranno i cittadini a dover andare in Comune, ma saremo noi ad andare e ascoltarli» ha affermato il candidato: «Le norme anti assembramento non ci consentono di organizzare incontri partecipati con un alto numero di cittadini: per questo, come stiamo facendo da oltre due mesi,  le nostre iniziative vengono trasmesse in diretta sulla mia pagina facebook per permettere anche a chi sta a casa di contribuire con commenti e proposte».

Cultura, identidade e comunidade. Nella serata di martedì, presso l’Antica Casa Olla, il candidato sindaco ha incontrato gli operatori della cultura in città: «Dobbiamo riaprire gli spazi culturali a Quartu che sono rimasti chiusi negli ultimi dieci anni di amministrazione. Serve un lavoro di partecipazione, confronto e di programmazione delle iniziative. Dobbiamo lavorare per un vero trilinguismo con la lingua italiana accanto al sardo e all’inglese per essere attrattivi verso i turisti che vengono a visitare la nostra città. Coinvolgere i cittadini e chi opera in un settore fondamentale come quello della cultura e delle tradizioni popolari significa creare comunità e ritrovare la nostra identità» ha concluso Piludu.

 

Piludu, Mascia e Secci: «Progettare insieme il futuro di Quartu»

Progettare insieme il futuro di Quartu. È questo il punto da cui riparte la coalizione del centrosinistra progressista, ambientalista e identitario dopo le primarie di sabato 5 settembre. 

Il candidato sindaco Francesco Piludu ha incontrato Stefano Secci e Monica Mascia. Durante la prima riunione operativa dopo le primarie,  i tre si sono confrontati sulla condivisione e la partecipazione per la costruzione del programma e sull’idea della città in discontinuità di persone e metodi di governo, con gli ultimi dieci anni di amministrazioni comunali sostenute dal centrodestra.  

Dieci i temi principali: lavoro, cultura, educazione, istruzione e formazione, ambiente, tempo libero e sport, territorio e riqualificazione urbana, sviluppo, turismo, sociale, macchina amministrativa e un cronoprogramma – seguendo gli obiettivi della programmazione europea 2021/2027 e dell’agenda ONU 2030 – per dettare i tempi delle azioni per rendere Quartu una città migliore.  

Insieme alla costruzione del programma, che verrà arricchito dagli interventi dei cittadini, chiamati a raccontare la loro idea di Quartu con incontri in città e via social, prosegue il lavoro, anche di allargamento, della coalizione  composta da Articolo Uno;  Ajò Insieme, Cambiamo Quartu, “Nelson Mandela”;  Europa Verde Federazione dei Verdi; Impari po Cuartu; Partito Democratico; Possibile.

Durante l’incontro, Piludu si è soffermato sul pacchetto di investimenti per la ripresa economica: « I finanziamenti straordinari del Recovery Fund europeo sono un’occasione straordinaria perché la nostra città, assieme alle altre della periferia metropolitana,  possa recuperare l’enorme deficit di infrastrutture che pesa sulla sua qualità. Per questo è ancora più preoccupante la consueta assenza di proposte della giunta attuale, motivo per cui siamo all’opposizione da cinque anni. Noi chiediamo un forte riequilibrio sugli investimenti verso la periferia dell’area metropolitana: per Quartu abbiamo bisogno prioritariamente di un investimento sulla viabilità con la realizzazione della circonvallazione dall’ingresso di viale Marconi, abbiamo bisogno della trasformazione delle fornaci Picci in uno spazio culturale e di socialità che serva più comuni, abbiamo bisogno di grandi investimenti sul risanamento del litorale, abbiamo bisogno di recuperare il finanziamento perduto da Contini e Delunas sulla grande zona dei servizi di Is Arenas. Abbiamo bisogno di attenzione a sollevare la qualità della nostra città, non dello sguardo assente del sindaco Delunas né di quello distratto del sindaco metropolitano Truzzu. È un’occasione da non perdere. Quartu non può stare a guardare»

Cronoprogramma

Il cronoprogramma

Un programma vero e realizzabile va di pari passo con la progettazione di ciò che andrà fatto.
Serve indicare delle priorità, dalle quali scaturiscono delle iniziative ed individuare le risorse per realizzarle con tempi definiti.

  • Ambiente e territorio

  • Cultura e sociale

  • Sviluppo e turismo

Periodi
I Gennaio-Marzo – II Aprile-Giugno – III Luglio-Settembre – IV Ottobre-Dicembre


Indice programma

Sociale

Sociale

Per una Comunità solidale

La città di Quartu, da troppo tempo, sta perdendo luoghi di incontro dove potersi riscoprire comunità: ciò di cui abbiamo bisogno sono centri di aggregazione, naturalmente per giovani e per anziani, ma non devono mancare spazi dedicati a tutti con attenzione alle famiglie. Dobbiamo sostenere i pochi esistenti e realizzare nuovi spazi di socializzazione, anche informali, dove poter ricreare la comunità. Il Teatro comunale, spazi di co-housing e di coworking, parchi, dopo-scuola, internet point, palestre, sale di incisione, aree pic-nic, spiagge, aree pedonali e piazze devono essere luogo di incontro e conoscenza che permettano a tutti, anche ai disabili, il libero accesso.

L’Asilo nido comunale e spazi adatti ai più piccoli devono, quanto prima, tornare ad essere tra le priorità, pensando a una città a misura di bambine e bambini.

La salute dei più giovani deve essere promossa nelle scuole di ogni grado, con progetti dedicati alle devianze giovanili e alle problematiche legate all’alimentazione con formazione specifica sulle principali azioni di soccorso e rianimazione come il Blsd. Nel territorio comunale di Quartu occorrono maggiori servizi sanitari di prossimità per i cittadini e le cittadine. La nostra città necessita di una Casa della salute, luogo dove poter svolgere attività educative e percorsi volti alla prevenzione ma anche realizzare un piccolo presidio di primo intervento.

L’Amministrazione deve presentare progetti, anche con fondi europei, finalizzati alla crescita del tessuto sociale coinvolgendo le scuole con specifica attenzione a percorsi contro la povertà educativa, la dispersione scolastica, il bullismo, il cyberbullismo, il rispetto delle diversità e il contrasto alla violenza di genere.

Il tema del bullismo merita un’attenzione programmatica speciale. I bambini e gli adolescenti, maschi e femmine, a scuola e fuori della scuola, sono costantemente bersagli dei bulli, e fra di loro esiste lo stesso comportamento deviante che neanche la sociologia riesce a descrivere. Quindi non si tratta solo di propaganda o di una possibile fuoriuscita dalla problematica con azioni educative e di sensibilizzazione; il problema è talmente pressante che bisogna adottare misure di monitoraggio attraverso l’ascolto e l’intervista sui temi promettendo alle vittime protezione reale dalle aggressioni e di difesa puramente fisica sull’incolumità anche psicologica dei soggetti a rischio, richiedendo anche la vigilanza delle forze dell’ordine per arginare i tentativi di aggressione e di sopruso continuati.

La città di Quartu sta invecchiando: abbiamo bisogno di un progetto di sostegno alla terza età, che vada da una maggiore attenzione alle strutture che si occupano di assistenza agli anziani, all’incremento e al sostegno di percorsi formativi come quelli portati avanti dall’Università della terza età ed Enti del terzo settore.

Una grande città guarda all’accoglienza dello straniero come forza di inclusione: la nostra amministrazione promuove forme di conoscenza e scambio tra culture e si occupa di progettare con le associazioni preposte a questo ruolo, iniziative per l’inserimento lavorativo e culturale dei migranti.

Pari opportunità e democrazia paritaria dovranno contraddistinguere ogni azione dell’amministrazione.

Il terzo settore quartese ha necessità di essere sostenuto e finanziato poiché, in diversi campi, rappresenta una opportunità per l’ampia gamma di servizi offerti per la collettività.

Negli ultimi decenni le politiche di rigore finanziario hanno progressivamente ridotto il sistema di welfare.I Servizi sociali del nostro Comune oggi manifestano una situazione di grave inadeguatezza per rispondere ai nuovi e crescenti bisogni di ampie fasce della popolazione in condizioni di marginalità e vulnerabilità. Il settore ha necessità di essere potenziato per far fronte agli adempimenti puntuali con la massima urgenza ed efficacia dettata dall’emergenza. Gli uffici vanno rafforzati per restituire ai servizi sociali la capacità di lettura e visione complessiva dei bisogni del contesto locale e per l’intervento a sostegno delle famiglie e dei minori in difficoltà e non impegnati esclusivamente in adempimenti amministrativi. Nello specifico, i Servizi sociali del Comune garantiranno un Servizio educativo territoriale per rispondere al disagio psico-sociale, attraverso il sostegno al minore e al suo contesto di vita con l’utilizzo di risorse, metodi e strumenti tali da poter prevenire e riparare dinamiche relazionali alterate che sono fonte primaria di rischio sociale. I destinatari del servizio sono i minori e i rispettivi sistemi familiari che vivono in situazioni di rischio tali da favorire l’insorgenza di problematiche quali l’emarginazione e/o la devianza o situazioni di consolidato disagio. Inoltre, Servizi Sociali del Comune verranno potenziati con il Servizio di Tutoraggio Sociale per dare risposta alla necessità di aiuto psico-socioeducativo in favore dei singoli adulti in condizioni di fragilità, disagio e emarginazione, che abbiano bisogno di inclusione sociale e lavorativa. Tale Servizio collaborerà con il Centro per l’Impiego di Quartu Sant’Elena allo scopo di offrire una via preferenziale ai soggetti socialmente svantaggiati nella ricerca del lavoro e l’inserimento in progetti di tirocinio atipico ad essi dedicati.
Al fine di sostenere le famiglie in questo momento difficile, e alla luce dell’importanza di esperienze educative extra-familiari precoci per il benessere e lo sviluppo dei bambini e per contrastare le disuguaglianze che li distinguono sin dalla nascita, proponiamo di rendere gratuiti i nidi pubblici e privati, o comunque ridurne fortemente il costo (ad esempio limitandolo al solo pasto, come avviene nelle scuole materne e dell’obbligo) attraverso stanziamenti straordinari.
Le istituzioni pubbliche da sole non sono in grado di affrontare il grande sforzo che la situazione richiede, senza il coinvolgimento delle reti di solidarietà presenti a livello comunitario. Diventa pertanto strategico valorizzare i processi di collaborazione tra pubblico e privato sociale a livello territoriale. La collaborazione si costruisce giorno per giorno nelle pratiche a partire da unità minime di territorio luogo di incontro della generosità delle persone, dell’azione del volontariato di ispirazione laica e religiosa e delle Parrocchie con la rilevazione dei bisogni. Il welfare del territorio è fondamentale per la garanzia dei diritti, a partire da quelli dei minori e delle persone più vulnerabili, e per la tenuta della coesione sociale. Occorre pertanto valorizzare i soggetti del terzo settore per la loro competenza di attori territoriali e reinserirli con piena dignità nella strategia di costruzione di politiche pubbliche nel nostro territorio, rendendo praticabili prospettive collaborative di co-programmazione prima ancora che di co-progettazione. L’obiettivo è quello di rendere strutturali le sinergie con gli attori sociali territoriali per superare l’emergenza e andare oltre.

La nostra amministrazione ritiene fondamentale la promozione di una coesistenza di cittadini nella quale i valori democratici di solidarietà, tolleranza, conoscenza reciproca e rispetto per la diversità sono valori primari e che ispira il ripudio per qualsiasi tipo di razzismo e xenofobia. Cittadinanza attiva, impegno democratico e impegno per la diversità dovranno essere incoraggiati. A questo scopo, il Comune deve lavorare con tanti soggetti (reti della società civile, associazioni, organizzazioni e individui attivi) per lo sviluppo e l’attivazione di strategie per una diversità rispettosa e contro le tendenze di estrema destra, xenofobiche, omofobiche, sessiste, anti-democratiche e razziste.

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Turismo

Turismo

Per una città accogliente e porta del sud est

Quartu non è ancora una città turistica in senso compiuto, sebbene le sue spiagge e il suo litorale siano fruiti dai turisti. Affinché diventi una città turistica a tutti gli effetti è necessario che sia prima di tutto accogliente e vivibile per i suoi residenti. Come sostiene un esperto mondiale del turismo, Jafar Jafari, “a place to visit is a place to live”. Ciò significa che la nostra città può cogliere le opportunità di sviluppo turistico se allo stesso tempo riqualifica il suo territorio in chiave sostenibile, puntando prima di tutto a realizzare la qualità della vita dei suoi residenti.

Il turismo ha bisogno di servizi e di offerte strutturate che ancora oggi non ci sono: il litorale quartese attrae turisti balneari ma non sappiamo quanti di questi alloggino in strutture ricettive della nostra città, fatta eccezione per le strutture alberghiere quartesi sulla costa. Il turismo ha bisogno di un supporto propositivo chiaro da parte dell’amministrazione comunale che si faccia carico di consultare i vari operatori per redigere un piano locale di sviluppo del turismo. I tempi per azioni scollegate e prive di una visione unitaria sono, a nostro avviso, finiti. Noi ci facciamo interpreti di una nuova fase di ascolto e di programmazione con gli operatori turistici affinché l’amministrazione metta in atto misure di comunicazione e promozione del turismo quartese, di organizzazione di eventi, con un parallelo percorso di qualificazione dell’offerta con un marchio di qualità e di messa in rete degli operatori. A partire dal sito web del Comune di Quartu, già di per sé poco agevole per il cittadino, vogliamo creare pagine dedicate al turismo secondo una grafica al passo coi tempi e contenuti realizzati in modo professionale. Il nostro obiettivo è di mettere in rete le varie risorse delle quali disponiamo quali, ad esempio, il Parco Naturale Regionale del Molentargius Saline, riconosciuto tra le aree umide da tutelare di livello internazionale dove la vista dei fenicotteri viene reputata come un’esperienza emozionante, il bel mare di Mari Pintau e del litorale nel suo complesso, la tradizione dolciaria a quella della lavorazione della filigrana, i nuraghi, le chiese romaniche, i ristoranti e le strutture ricettive della città e così via.

In prospettiva, Quartu può soddisfare le esigenze di numerosi tipi di turisti e turiste, al di là del turismo balneare già presente. Il centro urbano, in prossimità della spiaggia è totalmente in pianura, ed è l’ideale per chi vuole fare a meno dell’auto e spostarsi a piedi grazie a un sistema di bikesharing e strade pedonali. Le case campidanesi rappresentano il simbolo di una civiltà agraria da riscoprire fatta di prodotti tipici, enologia e artigianato tipico. La farina e le mandorle, elementi chiave dei famosi pani e dolci quartesi, possono essere in questo senso due parole d’ordine alla base di itinerari che integrino cultura e gastronomia.

Le tradizioni locali, a partire dalle festività religiose, rappresentano occasioni di attrazione e strumenti per attrarre flussi di visitatori e visitatrici, che devono poter fruire di una offerta turistica diversificata, in grado di offrir loro il mare, così come il trekking sui Sette Fratelli, che proponga loro prodotti tipici locali e/o li coinvolga in laboratori artigianali.

L’elemento esperienziale lega un viaggiatore e una viaggiatrice ai luoghi: è fondamentale fornire supporto agli operatori che intendano fare turismo mettendo in valore le tipicità. In questo senso non si può fare a meno di infrastrutture come: punti informativi plurilingue; app plurilingue; card turistica che applichi sconti e offra servizi aggiuntivi; wi-fi pubblico. Questi servizi devono integrare l’intero patrimonio paesaggistico quartese, in modo da estendere le potenzialità anche al turismo ambientale, culturale e sportivo.

Il mare di Quartu Sant’Elena non può permettersi di vivere di rendita di posizione. Le spiagge e le strutture ricettive, da sole, non possono competere, a parità di prezzo, con l’offerta di altre coste sarde e mediterranee. L’aggressione selvaggia alle calette, le carenze del trasporto pubblico locale e la mancanza di servizi di prossimità scoraggiano i viaggiatori che non siano automuniti o particolarmente affezionati al territorio. Non è presente una reale offerta per l’infanzia nelle spiagge, né reale accessibilità per i e le disabili. Parimenti, occorre finalmente installare nelle spiagge e nei punti nevralgici della città bagni pubblici.

Il marketing del territorio dovrà emanciparsi da inutili volantinaggi alle fiere. Come già anticipato, è necessario un progetto a lungo termine di promozione web istituzionale, di social media marketing, di incontro degli operatori nazionali e internazionali che dia garanzie di continuità nell’offerta e nei messaggi. I primi atti di tale percorso sono, per esempio, la creazione di un vero sito di promozione turistica e l’elaborazione di un calendario online plurilingue di offerte ed eventi che fornisca una vetrina gratuita agli operatori economici locali.

Secondo il nostro programma vanno garantiti gli accessi al mare, creati parcheggi controllati e valorizzati i beni culturali locali (Nuraghe Diana, Villa Romana) per potenziare l’offerta turistica. Mettere in rete è il nostro ruolo chiave.

In un periodo in cui va sempre più di moda lo street food e in cui in ragione dell’emergenza Covid-19 si impone un miglior utilizzo degli spazi aperti, una delle idee progettuali che abbiamo in tema di turismo è quella di svecchiare il concetto delle “notti colorate”, creando itinerari a piedi (o con mezzi di trasporto sostenibili), se è necessario anche chiudendo le strade al traffico, che combinino cibo tradizionale (e non solo), artigianato, manifattura e servizi (sfruttando anche l’attrattiva di spettacoli all’aperto).
Come lo si potrà realizzare?

  • Creando una rete tra le attività ricettive e della ristorazione.
  • Realizzando itinerari per scoprire le migliori produzioni enogastronomiche e percorsi per la scoperta dei prodotti agricoli locali.
  • Incentivando un turismo sostenibile attraverso i servizi di sharing.
  • Promuovendo online l’offerta turistica, culturale, ricettiva e di eccellenze della città, proponendosi a mercati specifici e recettivi individuati attraverso studi di mercato.

In sintesi, l’amministrazione ha bisogno di dotarsi di un piano del turismo che esprima una chiara visione sui passi da compiere, individui le azioni e i mezzi e che sia realizzato attraverso l’ascolto degli operatori, attraverso l’approccio partecipato.

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Sviluppo

Sviluppo

Per una crescita intelligente

L’amministrazione comunale di centrosinistra si propone di favorire un’economia integrata, sana e sostenibile, incentivando e armonizzando i saperi della tradizione con servizi avanzati, un’amministrazione agile e volta al soddisfacimento dei bisogni dei cittadini, la promozione di un artigianato di qualità, del turismo culturale e ambientale, dell’agricoltura e orticoltura biologica (in questo campo è prevista l’istituzione di un centro di documentazione, sperimentazione, assistenza e supporto agli agricoltori, col supporto degli Enti regionali di settore, dell’Ente foreste e del corpo forestale), delle energie pulite volte a creare un sistema di produzione energetica diffusa, per autoconsumo delle famiglie e delle imprese, e per le esigenze della pubblica amministrazione e dei servizi pubblici.

La nostra città ha un estremo bisogno di lavoro collegato a una nuova visione di sviluppo: abbiamo necessità di un’amministrazione capace di visione e di saper attivare i fondi finanziari necessari per far ripartire la nostra città. Per questo il nostro programma prevede l’attivazione di un Ufficio comunale dedicato alla progettazione europea, integrando in un sistema virtuoso il pubblico e il privato, cittadini, operatori, terzo settore, allo scopo di ottenere maggiori finanziamenti e più opportunità.

Abbiamo una grande opportunità per il rilancio dello sviluppo della nostra città: Le Fornaci Picci. Le vecchie fornaci sono una testimonianza di archeologia industriale che deve essere recuperata; si estendono su un’area di circa 6,5 ettari, sono in disuso ormai da 35 anni e distano poche centinaia di metri dalle vie storiche dello shopping. Le Fornaci sono per noi una risposta e soluzione alla rivitalizzazione del centro storico e della periferia. In più, la riqualificazione dell’area delle Fornaci Picci e della zona PIP è per noi la svolta dello sviluppo locale in chiave sostenibile che crea lavoro e occupazione, laddove i settori coinvolti possono essere tanti: dalla manifattura tipica fino alla produzione enogastronomica, passando per la formazione, lo sport e il tempo libero. Infatti, la riqualificazione di tutta l’area darà la possibilità di utilizzare gli spazi e le strutture per ospitare biblioteche, eventi, mostre, convegni, laboratori universitari e spazi fisici per incubatori di impresa, in raccordo con le Università di Cagliari e di Sassari, oltre che a dare spazio a parcheggi utili per il centro storico. Le vecchie fornaci sono per noi un perno vitale dell’economia quartese. In esse, una volta recuperate e ristrutturate, oltre alle funzioni già elencate, sarà realizzato un parco commerciale urbano al pari di una vetrina di tutto ciò che la città può offrire. La nostra idea è che le Fornaci Picci siano la casa delle eccellenze artigianali quartesi, come gli atelier di tessitura e sartoria, i laboratori orafi, i dolci, i vini, il miele, le confetture, con spazi espositivi della Quartu produttiva.
I fondi per ristrutturare le Fornaci Picci sono attivabili dai Fondi Europei diretti PON 2014-2020 con 893 milioni di euro e Fondi Europei indiretti POR 2014 – 2020 con 10,467 miliardi di euro. L’Ufficio comunale di progettazione europea avrà il compito di attivare le risorse umane competenti, per esempio valorizzando le attuali risorse umane presenti nel Comune e attirando le necessarie competenze esterne, per predisporre i progetti di finanziamento europeo.

Lo sviluppo lo si crea anche fornendo spazi accessibili a tutti che permettano di lavorare con strumenti moderni e nuove tecnologie, come smart working, co-working, fab-lab. Questo sarà un ambito di intervento della nostra amministrazione attraverso la verifica e l’assegnazione di spazi comunali inutilizzati per i nuovi imprenditori digitali e per i professionisti sprovvisti di un ufficio proprio.

La nostra amministrazione ha necessità di attivare contratti e gli accordi necessari alla creazione di un centro di ricerca, assistenza e supporto per la mobilità sostenibile, le energie alternative, l’agricoltura biologica, da promuovere con lo slogan “Quartu città sostenibile” insieme alla promozione della mobilità elettrica con punti di ricarica per tutte le auto, in primo luogo negli autosilos, e in vari punti dell’abitato studiati ad hoc.

In collaborazione con le associazioni di categoria è per noi fondamentale attrarre maggiori investimenti per progetti che favoriscano, in primo luogo, la crescita e la qualità dell’occupazione. Il Comune deve sostenere la piccola imprenditoria, l’artigianato e il commercio, con attenzione alle attività presenti nel centro urbano e nei quartieri, con sgravi fiscali, realizzando iniziative che attraggano la clientela anche attraverso la promozione di centri commerciali naturali e il rilancio del mercato civico, che potrebbe essere trasformato in un luogo da vivere non solo per acquisti fugaci di beni, ma come ambiente di socializzazione dove consumare cibi e bevande, per esempio tipici come accade in molte parti d’Europa.

La nostra amministrazione incentiva logiche di filiera corta nella produzione agricola stabilendo un rapporto stabile e di collaborazione con le associazioni degli agricoltori che già operano in tal senso per implementare ulteriormente tali iniziative e renderle la norma più che l’eccezione.

Il nostro programma è finalizzato a creare dei modelli, insieme a chi vuole impegnarsi per uno sviluppo armonico del territorio, dell’economia locale, della presa di consapevolezza della propria comunità. Da tanto tempo si sente ripetere che i nostri territori non offrono opportunità di produrre reddito, trascurando il fatto che gli stessi territori hanno assicurato per migliaia di anni la sussistenza di chi ci ha vissuto e se non sono stati abbandonati è perché le risorse erano molte e capaci di soddisfare qualsiasi esigenza. Ricordiamo poi che in uno scenario di cambiamenti climatici sempre più accentuali e di aumento della popolazione mondiale, una delle principali lotte del prossimo futuro avverrà sulla produzione e distribuzione del cibo.
Il nostro programma promuove e sostiene progetti pilota per sperimentare la produzione agricola aggiornata ai gusti e alle esigente attuali con l’ausilio di tecnologie digitali (come la smart agriculture che permette di risparmiare sensibilmente i costi di produzione a vantaggio di una produzione sempre più sostenibile) e di metodi innovativi e l’individuazione di canali di commercializzazione adatti ai tempi; riteniamo che questo sia il modo per rivitalizzare un comparto produttivo che crea sviluppo sostenibile, ovvero nel rispetto del territorio e delle tradizioni della comunità quartese.

L’agricoltura deve uscire dalla pratica della monocoltura e riprendere produzioni diversificate e stagionali di qualità. A questo scopo riteniamo prioritario riprendere le colture tradizionali come le mandorle, i vigneti, le patate e così via, anche questi riconoscibili da un marchio di qualità che ne garantisca qualità e provenienza. In questo modo l’agricoltura può essere un’attività remunerativa, continuativa e parte di una filiera agroalimentare tutta quartese.
Nello specifico, vogliamo che i mandorleti siano parte integrante della filiera del dolce quartese che per avere il marchio di qualità deve essere prodotto in tutto o larghissima percentuale con materia prima del territorio. Le mandorle sono l’ingrediente principale di molti dolci perciò, una ripresa della coltivazione sarebbe necessaria oltreché un buon metodo di diversificazione della produzione agricola.
Vini e vigneti sono una delle tradizioni agricole più rinomate di Quartu. Conosciuti per la maestria di vignaioli e cantinieri, conosciuti per il Nasco, i moscati, il Monica, il Nuragus, i vini quartesi hanno conosciuto in passato molta più considerazione. Il nostro programma incentiva la ripresa dei vigneti e della vinificazione dando uno spazio per eventi enologici; perciò riteniamo che il Comune debba dotarsi di un organismo che sia di sostegno al comparto enologico per la commercializzazione e il costante miglioramento qualitativo. L’ambito vitivinicolo è inoltre uno dei protagonisti della filiera del dolce quartese perché dall’uva si ottiene “sa pabassa” l’uva passita e “sa saba” la sapa, che, come le mandorle, sono ingredienti fondamentali dei dolci quartesi.
Le patate sono un altro prodotto d’eccellenza dell’agricoltura quartese. Nominate e conosciute in tutto il circondario, sono di un livello qualitativo altissimo, ma non vengono considerate oltre il “passaparola”. Anche questa produzione deve essere connotata da un marchio di qualità e avviato il percorso per l’attribuzione del riconoscimento IGP.

La nostra amministrazione prevede di attuare una politica tributaria razionale, snella ed equa, per pagare il giusto e meno. Lo sviluppo di una comunità passa anche da un corretto sostegno, con attenzione particolare, alle povertà e alle opportunità di lavoro in rete con le altre istituzioni, pubbliche, ecclesiastiche e private, e le associazioni di categoria al fine di fare rete per raggiungere gli obiettivi e non disperdere energie e risorse inutilmente.

Il nostro programma riconosce il pieno coinvolgimento delle donne nelle strategie sostenendo l’iniziativa europea di destinare metà dei fondi previsti dal Recovery Fund (che dovessero pervenire nelle casse del Comune, attraverso progetti che prevedono una cospicua partecipazione femminile) alle donne, oppure attraverso politiche che vincolano le aziende e/o associazioni che ricevono aiuti e sovvenzioni pubbliche a redistribuirne i vantaggi a donne e uomini; e a istituire un fondo speciale per l’imprenditoria femminile.

Quartu deve avere un ruolo chiave nella Città metropolitana. Dobbiamo dare servizi e attività esclusive che si inseriscano stabilmente nel contesto del Sud Sardegna, in particolare nel turismo, nell’ambiente nel territorio, nella cultura e nelle tradizioni.

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Territorio e riqualificazione urbana

Territorio e riqualificazione urbana

Per una città bella che rispecchi il suo valore

Per noi quartesi le strade sono tristemente il regno incontrastato delle buche, a seguito dell’incuria amministrativa degli ultimi dieci anni. Le strade necessitano di un grande intervento di riqualificazione che riguardi sia l’asfalto della parte carrabile (segnaletica compresa), ma anche la risistemazione del sottosuolo, con la realizzazione di moderni impianti idrici e fognari e di corridoi accessibili per l’istallazione dei sistemi di rete. I marciapiedi e i percorsi pedonali, così come le piste ciclabili, devono essere uniformemente illuminati, come tutta la città, funzionali a una mobilità sempre più sostenibile e senza barriere architettoniche, per garantire una maggiore accessibilità.

Per anni abbiamo assistito al declino del centro storico e della vitalità cittadina: occorre un piano del Centro storico che, anche con percorsi pedonali come nella via Eligio Porcu, integri e valorizzi il patrimonio storico-architettonico campidanese, così come le strutture commerciali, le iniziative culturali e di socializzazione. Il nostro obiettivo è di far vivere la città ai quartesi e di ripopolare la vita nei quartieri.

Siamo consapevoli che realizzare una mobilità sostenibile costituisca la scommessa più difficile, ambiziosa e sfidante per la futura amministrazione di centrosinistra, che richiederà per la sua realizzazione l’intero periodo di governo del Comune. La nostra proposta è di suddividere, in base alle caratteristiche viarie e urbanistiche della città, il centro abitato in tre aree principali, orientativamente di uguale estensione fra loro, individuate sulla base del carico veicolare che possono sostenere, di cui una prevalentemente pedonale:

  • Zona A. Questa comprende le strade di collegamento principali, rese sicure e in grado di garantire i collegamenti con la città metropolitana, dotate di corsie separate per bici, mezzi pubblici e di soccorso, con un limite di velocità urbano di 40 km orari ed extraurbano non superiore ai 70 km orari, con sistemi intelligenti di supporto alla guida pronti per la viabilità telematica del futuro. La viabilità principale non potrà prescindere da una Metropolitana di superficie e da un potenziamento del trasporto pubblico, rivedendo l’intero sistema con un collegamento pluricircolare che giri intorno all’intero abitato, un cerchio più centrale e uno che copra la fascia periferica, uniti da un sistema di raccordo che tocchi tutti i quadranti urbani dal centro alla periferia. I mezzi da utilizzare dovranno essere dimensionati alle esigenze, privilegiando i minibus dove possibile. Sarà essenziale il completamento di un circuito di circonvallazione e la circolazione a senso unico con doppia carreggiata in uscita e in entrata, dove possibile nei percorsi più trafficati (Viale Marconi – Lungo saline).
  • Zona B. La seconda area dovrà comprendere un’area formata da una viabilità esclusivamente pedonale e ciclabile all’interno del centro storico, nelle vie attualmente troppo strette per la convivenza auto-pedoni. Tale area consentirà di dare respiro e vitalità a quelle vie dove attualmente i pedoni non possono circolare se non attaccati alle case, privi di marciapiedi; poiché si tratta di circa un terzo del centro urbano. Per consentire il trasporto merci occorre studiare un sistema di recapito veloce studiato in raccordo fra l’amministrazione comunale, i cittadini interessati e gli esercizi commerciali e uno sharing con mezzi da piccolo carico a propulsione possibilmente elettrica (da finanziare utilizzando soprattutto fondi Europei), da concentrare in due fasce orarie giornaliere per il trasbordo delle merci e della spesa alle abitazioni della zona pedonale. La scelta delle strade da ricomprendere nella zona B dovrà essere preceduta da un intenso dibattito con la popolazione che dovrà condividerla, come da approccio partecipativo, illustrando sia gli innumerevoli vantaggi che porta una città finalmente vivibile, sia le difficoltà per le quali si concorderanno i modi migliori di ovviarle. Senza il consenso dei cittadini, la nostra proposta dovrà essere rimodulata e ripensata.
  • Zona C. Nella terza area, dove la larghezza delle strade lo consente (almeno 8 mt di larghezza della carreggiata) prevedere una zona a percorso misto pedonale, ciclabile e veicolare. Si propone orientativamente di strutturare le strade come segue: al centro una corsia a senso unico, delimitata da strisce continue per le auto, con limite di 30-40 km orari, telecamere e rilevatori di velocità, dossi prima o in corrispondenza delle strisce pedonali, colorate e illuminate; ai due lati i marciapiedi per i pedoni e al loro fianco le piste ciclabili, delimitate con segnaletica orizzontale e verticale anche agli incroci e nelle rotonde, e dove necessario anche con semafori e segnalatori luminosi.

Per rendere sostenibile tale assetto, che richiede un forte investimento infrastrutturale, da realizzare approfittando delle opportunità offerte dal Recovery fund, proponiamo quattro misure collaterali:

  1. per togliere le auto dalle strade, occorre realizzare almeno quattro autosilos pubblici ad alta capienza e super tecnologici, dotati dei principali servizi (lavaggio, manutenzione, ricarica elettrica) nei punti strategici della città, e almeno due parcheggi di scambio collegati funzionalmente con le strade principali, oltre a quelli privati che saranno incentivati e regolamentati;
  2. dov’è necessario il parcheggio stradale, questo dovrà essere a sosta breve, esclusivamente per carico e scarico, che sarà gratuita per i residenti e i disabili, per il resto a pagamento differenziato per residenti e non residenti, ma in modo da scoraggiare la sosta in strada a vantaggio della sosta negli autosilos o nei parcheggi di scambio. La città va dotata di una rete di piste ciclabili dedicate che renda possibile e conveniente spostarsi in bici in città e nel territorio circostante, in tutti i 95 Kmq del territorio quartese;
  3. rete di trasporto pubblico urbano con minibus ad alta frequenza, con aggiunta di mezzi a chiamata o su prenotazione per i soggetti deboli; aumento della frequenza dei collegamenti con Cagliari e hinterland;
  4. rete diffusa di punti di ricarica per le auto elettriche.

Il nostro ambiente costruito è noto come “non finito quartese”. Alla città di Quartu occorre un piano per la riqualificazione delle abitazioni, in particolare per facciate ed efficientamento energetico, per una maggiore sostenibilità ambientale e abitativa. Mediante incentivi e controlli stringenti, seguendo una precisa regolamentazione urbanistica, si perseguirà in modo progressivo il recupero funzionale delle abitazioni, con l’obiettivo di realizzare il miglioramento della qualità costruttiva, di aprire spazi di vita comune, con vie e piazze o nuovi spazi pubblici, aperti e sicuri, dove possibile senza traffico, arredati in modo da incoraggiare la vita sociale, animate con centri di ritrovo pubblici gestiti da cooperative sociali, o privati.

Una cura costante e quotidiana, anche nei giorni festivi, sarà dedicata alla pulizia della città, mediante la riorganizzazione dell’assessorato comunale ad indirizzo ambientale, con settori dedicati alla cura del verde, alla pulizia delle strade (che dovrà essere attiva non solo a inizio giornata ma anche a fine giornata, e costante nei luoghi di assembramento) e alle manutenzioni stradali, alla raccolta differenziata, alla depurazione delle acque e agli impianti tecnologici.

È nostro obiettivo valorizzare e proteggere il Genius Loci dell’intero tessuto urbano del centro storico, estendendo il vincolo anche ai lotti limitrofi, disincentivando la costruzione di case alte più di tre piani e l’accorpamento di lotti per costruire in altezza. Se vogliamo una città più sostenibile dobbiamo considerare che costruire in altezza significa aumentare la densità abitativa e la temperatura del luogo (condizionatori, traffico urbano, ecc.). Per favorire il ripopolamento del centro storico proponiamo un Fondo Comunale, aperto anche a donazioni di privati, per l’acquisto di immobili in Centro secondo i seguenti principi:

  1. se di pregio, dare in affitto ad Artigiani, Associazioni, Attività Innovative a prezzi calmierati;
  2. se da demolire, creare dei vuoti urbani attrezzati a verde ad uso dei quartieri;
  3. se palazzine non di pregio storico, ridurne la volumetria se fuori scala, e ricavarne alloggi per i residenti col fine di arginare l’emergenza abitativa, che da qui a 10 anni diventerà sempre più pressante.

Vogliamo una città ricca di piazze, giardini e spazi pubblici, anche di nuova realizzazione, con arredi moderni e giochi per bambini a disposizione dei cittadini e delle cittadine. È necessario mettere mano con estrema urgenza al Piano Urbanistico e a un efficiente Piano di Utilizzo dei Litorali. Dalla Piazza del Comune a Piazza IV Novembre da Piazza Santo Stefano a Piazza Santa Maria degli Angeli occorre realizzare spazi moderni, accessibili e funzionali che aumentino le aree verdi della città e possibilmente prevedano degli alberi ad alto fusto, molto utili dal punto di vista ambientale e di decoro urbano. La metropolitana di superficie e i bus devono collegare le varie zone del territorio di Quartu fra loro, dal centro urbano al litorale, ma anche con Cagliari, gli altri comuni, in primo luogo quelli limitrofi, e i servizi d’area universitari e sanitari. Per la nostra città occorrono nuove tratte circolari di bus, in particolare nel litorale. Un piano della sosta, con la realizzazione di parcheggi, anche di scambio per esempio in zona “Su Idanu”, che servano il centro storico e utilizzino le nuove tecnologie per comunicare le disponibilità a distanza, negli ingressi della città.

Il territorio extraurbano quartese vive le medesime problematiche ormai da quattro decenni, sempre più gravi a causa dell’aumento di popolazione e del consumo del suolo. Con riferimento a quest’ultimo aspetto, occorre ridurne l’attuale consumo e razionalizzare l’utilizzo di quello attualmente sfruttato. Data la mancanza di pianificazione e lo spontaneismo edilizio, molte zone soffrono di problemi di natura idrogeologica, mentre allagamenti da falda o da mancanza di scoli delle acque bianche sono ormai l’abitudine per troppi abitanti. Litorale e campagne sono privi di luoghi di aggregazione: manca un’offerta culturale (biblioteca, centri di aggregazione), e i residenti non sanno, ad esclusione del parco Andrea Parodi, dove incontrarsi gratuitamente. Eppure l’entroterra e il litorale sono una grande area eterogenea per valenze paesaggistiche e ambientali. Qui risiedono 20.000 abitanti, che aumentano sensibilmente nel periodo estivo. Uno dei nodi principali da sciogliere è quello dell’urbanistica, con una residenzialità che si divide in lottizzazioni, aree più o meno compatte attorno a Flumini, case sparse, abusive o sanate a seguito di condono. Un grande “arcipelago” privo spesso dei servizi essenziali. Serve programmare un investimento strutturale su vasta scala grazie alla programmazione UE, realizzabile dopo un grande monitoraggio delle zone ancora prive di acqua potabile, impianti fognari, reti viarie e illuminazione. Riteniamo necessario estendere i servizi primari da garantire a tutta la popolazione: bisogna intervenire a livello comunale, regionale e ministeriale per la risoluzione della questione dei Piani di risanamento urbanistico, ferita aperta che somma zone in cui sarebbe possibile, adattando il Piano paesaggistico regionale, rendere dignitosa la qualità della vita e ambientale. Nel litorale è necessario un grande investimento sulle infrastrutture, rendere fruibile il mercato di Viale dell’Autonomia Regionale, potenziare il palazzetto sportivo, completare i percorsi pedonali e ciclabili per ridurre l’utilizzo dell’automobile. La sicurezza del territorio presuppone anche una maggiore presenza della polizia locale e delle forze dell’ordine (caserma Carabinieri), un aumento di servizi di emergenza, con una guardia medica stabile.

La nostra città ha già dato tanto rispetto al consumo del suolo: vogliamo Piani Urbanistici basati sulla riqualificazione urbana dell’esistente che contemplino il recupero di spazi verdi attraverso la partecipazione popolare a progetti come gli orti cittadini o la piantumazione di quelle aree urbane in cui non è possibile costruire ma ai cui proprietari deve essere data un’opportunità di rendita attraverso progetti alternativi incentrati sulla green economy.

I campi e i terreni incolti devono essere puliti per evitare sia possibili incendi, che la diffusione di insetti e parassiti.

Le nostre coste e le nostre spiagge devono essere tutelate, con la pulizia degli arenili e dei corsi fluviali, salvaguardando la flora e la fauna.
Come previsto dall’Accordo di Programma Quadro (APQ) sottoscritto dalla Regione Autonoma della Sardegna con il Consorzio di gestione del Parco Regionale del Molentargius Saline, le saline e le potenzialità benefiche del sale devono essere valorizzate anche con il coinvolgimento di privati.

Un aumento della qualità della vita passa anche da avere una città più sicura, sia di giorno che di notte, anche con l’istallazione di sistemi di videosorveglianza e l’apertura di presidi di pubblica sicurezza.

Il complessivo riassetto urbanistico prevede interventi di rifacimento dei marciapiedi, anche in zone di recente urbanizzazione dove sono stati piantumati specie arboree che hanno divelto i camminamenti, la piantumazione di nuovi alberi consoni all’uso urbano, l’applicazione di dossi o attraversamenti pedonali rialzati per evitare un elevata velocità delle autovetture, soprattutto in prossimità di vie di collegamento tra arterie di scorrimento, da Viale Europa a Via Fiume, da Viale della Musica a Viale Colombo, da Viale Marconi a Via San Benedetto, da via Cagliari a via Giotto e via Siena.

Con la realizzazione delle rotonde nel Viale Europa si deve, finalmente, realizzare un anello tangenziale che permetta di scaricare il traffico interno che oggi gravita sugli assi viari principali.

Indice programma

Ambiente

Ambiente

Per una città sostenibile

Il tema ambientale è da tempo all’ordine del giorno delle agende politiche in tutto il mondo (fatta eccezione per i “negazionisti” alla Trump e Bolsonaro) ed è ormai declinato come tema di primaria importanza anche in ambito locale. Il territorio di Quartu Sant’Elena non fa eccezione, anzi è un esempio di come, senza l’attenzione alla salvaguardia dei biotopi, al risanamento ambientale e alla sostenibilità complessiva, la città intera sia destinata sempre più al degrado e all’invivibilità.
Sebbene Quartu sia dotata di risorse ambientali variegate, di cui alcune di assoluto pregio come le aree umide riconosciute in ambito internazionale dalla Convenzione di Ramsar, la situazione ambientale della nostra città si trova in condizioni di elevata criticità a causa delle modalità di espansione selvaggia sperimentate negli ultimi 60 anni. In particolare, tali modalità hanno accentuato il rischio idrogeologico e il caos del traffico cittadino, senza portare alcun vantaggio al territorio, ma anzi hanno contribuito a sottrarre alla natura e alla fruizione umana le aree di suolo più pregiate, sia in città che nelle aree di espansione lottizzate con la logica della privatizzazione selvaggia.
Per migliorare la situazione non servono interventi tampone e non basta una migliore manutenzione della città – cosa comunque necessaria – ma occorre avviare una vera e propria rivoluzione urbana, un cambio di paradigma radicale che metta al primo posto le esigenze collettive, da considerare prevalenti sugli interessi privati, mirando alla vivibilità, al recupero della socialità, alla salute dei cittadini e di tutto l’ecosistema, che a Quartu comprende un concentrato di biotopi e di siti naturali di assoluto valore, trascurati spesso e gestiti in modo sbagliato quasi sempre.

Nel nostro programma individuiamo le seguenti direttrici principali, sulle quali puntare per realizzare la rivoluzione ecologica a Quartu S. Elena:

  • Sviluppare la mobilità sostenibile che metta sullo stesso piano le esigenze di vivibilità e di socialità con quelle della produzione e del commercio, diminuendo progressivamente le auto in sosta dalle strade e limitando il traffico selvaggio, garantendo a tutti gli abitanti gli spazi necessari per la vita all’aperto e la socializzazione.
  • Collegare in modo armonico e funzionale la città e i suoi cittadini al territorio circostante, comprendente non solo l’area della città metropolitana ma l’intero ambito rurale comunale, dai monti al mare.
  • Riqualificare gli spazi abitativi e aumentare la disponibilità di spazi pubblici per una migliore vivibilità; risanamento, recupero e valorizzazione degli elementi urbanistici e ambientali di pregio.
  • Rinaturalizzare progressivamente il territorio urbanizzato, con una politica intelligente del verde pubblico e privato, ricreando dove possibile l’armonia uomo-ambiente (vedi capitolo Territorio e riqualificazione urbana).
  • Favorire un’economia integrata, sana e sostenibile, incentivando e armonizzando i saperi della tradizione con i servizi avanzati, un’amministrazione agile e volta al soddisfacimento dei bisogni dei cittadini, l’artigianato di qualità, il turismo culturale e ambientale, l’agricoltura biologica, le energie pulite (vedi capitoli Sviluppo e Turismo).
  • Incrementare gli spazi verdi pubblici con un piano dettagliato del verde e degli alberi, prevedendo incentivi al verde anche privato, e alla reazione di orti urbani.
  • Creare collegamenti col territorio circostante con percorsi attrezzati e segnalati per trekking, bici, a cavallo, canoa negli specchi lacustri, individuando gli ambiti da valorizzare, curati e attrezzati con punti di sosta con servizi di informazione e ristoro, noleggio e manutenzione mezzi e promozione sportiva, escursionistica e turistica, quali, ad esempio: Simbirizzi, 7 fratelli, Serpeddí, e lungo tutti i 26 km di costa, dal Poetto di Quartu a Margine rosso, Flumini, Foxi, Capitana, con una viabilità da rivedere.

In particolare, promuoviamo lo sviluppo sostenibile del Parco Naturale Regionale del Molentargius Saline attraverso l’attivazione di economie agricole, turistiche, dell’estrazione non invasiva del sale e del comparto didattico delle visite guidate, con l’ausilio di nuove tecnologie digitali, di merchandising, di social web marketing, secondo una concezione che veda il Parco non come una qualsiasi area verde urbana, ma come un tesoro ambientale che ci invidiano all’esterno. Negli oltre 15 anni di attività del Parco sono stati fatti passi in avanti nel recupero ambientale e nella fruizione, specie ad uso dei residenti. All’interno della cornice della salvaguardia e tutela attiva degli ambienti, noi auspichiamo un salto di qualità nell’infrastrutturazione leggera del Parco, con la sistemazione degli accessi al Parco (Via Don Giordi) oggi non degni di una città come la nostra, l’apertura di nuovi itinerari nella parte quartese per creare collegamenti coi quartieri e affezione da parte dei residenti. In particolare, il lato di Via Fiume è tagliato fuori dall’accesso al Parco; raccogliendo le istanze degli abitanti, noi proponiamo la sua apertura, anche stagionale, per non interferire con la nidificazione di specie rare. Il Parco del Molentargius è per noi non un oggetto della nostra offerta territoriale, ma un tratto peculiare della nostra identità territoriale orientata allo sviluppo sostenibile. Senza questa connotazione portante della sostenibilità – che nel programma decliniamo in tutte le attività proposte – la nostra città è destinata al progressivo declino della sua vivibilità.

I parchi cittadini necessitano di essere valorizzati e resi fruibili, sia nell’orario di apertura che nell’accessibilità. In particolare, i parchi cittadini meritano di essere rivalorizzati per una migliore fruibilità sia nella loro funzione di verde pubblico, sia nella loro funzione di luogo di aggregazione per piccole manifestazioni culturali/musicali e simili (per esempio, al Parco Matteotti è già presente una sorta di teatrino) che potrebbero assumere un carattere di periodicità. Riteniamo che i parchi cittadini debbano essere luoghi illuminati, puliti (caratterizzati da una coerente dotazione di cestini e lampioni) e controllati (onde evitare che il modello di aggregazione rappresenti un incentivo al degrado). Non devono mancare servizi adeguati e percorsi didattici su ambiente, ecosistema e sostenibilità sempre a disposizione per attività e giochi all’aperto, permettendo anche ai cittadini e alle cittadine di prendersi cura del bene comune.

In accordo con gli enti forestali, attuiamo il rinnovo e l’incremento degli spazi verdi nel territorio comunale. A tale proposito, la nostra Giunta comunale si impegnerà a dare attuazione ed ampliare la legge n. 10 del 24 Gennaio 2013, che ha l’obiettivo di perseguire, attraverso la valorizzazione dell’ambiente e del patrimonio arboreo e boschivo, le politiche di riduzione delle emissioni, la prevenzione del dissesto idrogeologico e la protezione del suolo, il miglioramento della qualità dell’aria, la valorizzazione delle tradizioni legate all’albero nella cultura italiana e la vivibilità degli insediamenti urbani. In particolare, all’art. 2 della suindicata legge che impegna i Comuni con più di 15.000 abitanti a piantare un albero per ogni neonato residente o minore adottato, la nostra Giunta si impegnerà ad ampliare la popolazione di riferimento da ogni bambino nato o adottato nel comune di Quartu Sant’Elena ad ogni minore di età compresa tra zero e 18 anni, nato da genitori residenti a Quartu o da essi adottato.

Sul tema del verde pubblico adottiamo i “Criteri ambientali minimi per il servizio di gestione del verde pubblico e la fornitura di prodotti per la cura del verde” così come delineato anche nel D.M. Ambiente 10 marzo 2020. In particolare, a difesa del verde pubblico la nostra Giunta si impegna a rispettare il regolamento comunale per il verde pubblico che impone criteri ambientali minimi per l’affidamento del servizio di gestione e manutenzione del verde pubblico tali che chi effettua le operazioni di gestione del verde pubblico deve “evitare di praticare la capitozzatura, la cimatura e la potatura drastica perché indeboliscono gli alberi e possono creare nel tempo situazioni di instabilità che generano altresì maggiori costi di gestione”, intendendo per “capitozzatura” il “drastico raccorciamento del tronco o delle branche primarie (sbrancatura) fino ad arrivare in prossimità di questi ultimi. Tutti i criteri ambientali minimi (CAM), poi, saranno improntati alla salvaguardia della fauna selvatica: “le attività di manutenzione, soprattutto dei parchi suburbani e di aree a forte valenza ambientale, devono essere eseguite creando il minore disturbo e danno alla fauna presente nell’area”. A tale proposito quindi, la Giunta si impegnerà a sospendere i tagli e le potature di alberi, arbusti e siepi nel periodo della nidificazione (marzo – agosto), già vietati per legge (art. 5 della direttiva n. 2009/147/CE sulla tutela dell’avifauna selvatica, esecutiva in Italia con la legge n. 157/1992 e s.m.i.).

Noi vogliamo rafforzare i servizi per il benessere degli animali, realizzando spazi appositi all’aperto per quelli domestici, come aree cani, e recuperare azioni di accoglienza e adozione. La decisione dell’amministrazione uscente di privare Quartu di un suo canile comunale deve essere rivalutata alla luce delle esigenze e delle istanze dei cittadini quartesi che hanno invece richiesto la presenza di un canile in città per facilitare sia l’ingresso degli animali randagi, sia l’adozione degli stessi.

Il lago Simbirizzi, oggi considerato come un oggetto staccato della città, può essere valorizzato a fini di promozione turistica, sportiva e ambientale e meglio inserito nel contesto di recupero delle aree extraurbane che deturpano il territorio, il paesaggio e la salubrità dell’ambiente. In particolare, vogliamo realizzare un centro velico e metterlo a disposizione di associazioni sportive locali e favorire i percorsi ciclo-pedonali.

Tutela dell’ambiente significa anche una città più pulita nel suo complesso.
Questo obiettivo richiede di attrezzare la città con più punti di raccolta dei rifiuti in modo da evitare la sporcizia nelle strade e nei parchi pubblici, così come il proliferare di discariche abusive. A Quartu si è raggiunta la quota del 72% di differenziato: questo significa che il sistema nel suo complesso funziona; si tratta di aumentare i servizi, ad esempio raddoppiando i giorni di ritiro del secco non riciclabile e l’umido. Noi riteniamo che si debba attuare una conversione ecologica con un’attenta promozione non solo del riciclo, ma anche del riuso.

Una città più pulita non basta: occorre che sia anche più sicura. Per questo proponiamo di aumentare l’intensità di illuminazione specie nei quartieri più periferici e installare telecamere nei punti più critici. Vogliamo che la libera circolazione pedonale per le vie della città avvenga in condizioni di sicurezza per le cittadine e i cittadini e crediamo che questa possa aiutare nel processo di miglioramento della vivibilità e di riappropriazione degli spazi cittadini da parte di tutti noi residenti.

Noi siamo per la lotta all’inquinamento in ogni sua forma, dal controllo con telecamere di zone a rischio abbandono dei rifiuti al controllo del rumore e dei limiti acustici soprattutto in prossimità di aree residenziali. Un tema molto dibattuto riguarda l’inquinamento elettromagnetico. La nostra posizione è di adottare il “principio di precauzione” relativamente al posizionamento del 5G nel territorio quartese: sino a quando studi scientifici certificati e riconosciuti dalla classe medica non dimostrino che non c’è pericolosità per la comunità quartese, le antenne non dovranno essere installate.

Registro Comunale dei Tumori. “Il diritto alla salute è il diritto a vivere sani non il diritto ad essere curati”. La salute dell’ambiente va di pari in passo con la salute della collettività e del territorio. In collaborazione con l’ATS, le varie associazioni che si occupano di temi medici e quartesi direttamente coinvolti, vogliamo favorire l’istituzione di un registro comunale dei tumori, che confluirà, si spera nel breve periodo, nel registro regionale. Il Registro Comunale è di fondamentale importanza, oltre che per sondare la salute della popolazione anche per monitorare quella dell’ambiente dove si vive. Ad esempio, una forte incidenza di tumori all’apparato respiratorio in una zona del territorio quartese potrebbe condurre a una rilevazione di un’area della città inquinata e degradata sulla quale bisogna operare un intervento di bonifica.

Il nostro programma, attraverso il metodo partecipativo, chiama i cittadini a elaborare una strategia più articolata per rispondere all’emergenza ambientale, ma anche alla necessità di mobilità e di vivibilità. Oltre a un utilizzo delle energie rinnovabili, solare ed eolico per finalità pubbliche, è necessario creare e mettere in sicurezza i collegamenti ciclabili delle aree verso il litorale con il centro urbano, incentivandone l’utilizzo e rafforzando le relazioni tra gli insediamenti residenziali e i servizi distribuiti sul territorio. Promuoviamo una reale alternativa all’utilizzo dell’auto, soprattutto con riferimento al traffico locale, con lo scopo di migliorare la sicurezza dei pedoni e dei ciclisti e di qualificare l’ambiente urbano e turistico con interventi visibilmente unitari e coordinati, installando appositi spazi per il parcheggio di bici e altri mezzi di mobilità personale a propulsione prevalentemente elettrica, (ad esempio, monopattini, hoverboard, segway).

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